Oggi, 1° aprile 2025, si celebrano i 400 anni dal primo Consiglio Comunale di Pieve di Cento.
Ringraziamo infinitamente Antonio Scagliarini per averci ricordato questa data importantissima per il nostro comune e per il testo che condividiamo qui con voi che ci racconta parte della nostra storia.
Per ricordare quest'occasione speciale, in serata, la facciata del Comune sarà illuminata con il Tricolore.
Buona lettura!
La Residenza Municipale di Pieve di Cento 1620-1625
Pieve di Cento ha avuto quattro Residenze municipali, ognuna delle quali formava il centro della Comunità e dei servizi, con ospedale, Chiesa e pozzo pubblico. Nel 1209 Cento e Pieve formavano un solo Comune, con a capo Cento; a Pieve c'era la
Consulta degli Anziani per deliberare sugli interessi della nostra Comunità.
Questa Consulta aveva sede nella
"Casa Pannini” o degli Anziani, con portico ligneo. Lo stesso edificio ospitava I'Ufficio postale al servizio di sosta della diligenza e l'Osteria per il ristoro dei viandanti.
Nella Piazza della "
Colonna" esisteva anche un pozzo pubblico per abbeverare i cavalli e i viandanti, ma era anche al servizio dell'Ospedale di S Maria, al quale era demandato l'incarico della custodia e della manutenzione.
La frattura fra Cento e Pieve si stava accentuando a causa di certe disparità deliberative che andavano a pregiudizio dei Pievesi. Per sedare le incomprensioni fra le due popolazioni il Vescovo Bernardo Bonavalle prese la decisione di decretare l'
autonomia municipale di Pieve con la
Bolla del
23 maggio 1376. Con la Bolla del
Vescovo Bonavalle e con la successiva ratifica del Pontefice Gregorio XI, la separazione delle due Comunità divenne intangibile.
Con la separazione, gli Uomini della Pieve ottennero diversi privilegi, cioè che "
componessero un Comune separato ed indipendente, che radunassero ad arengo i loro Consigli, creassero Consoli, Massari e Magistrati con Podestà e giurisdizione di far statuti e ordinazioni".
Per le nuove esigenze degli "
Uomini della Comunità" fu necessario erigere la trecentesca
Casa del Comune Vecchio nell'attuale via San Carlo, anch'essa porticata in legno e al centro dei servizi con sede comunale, Ospedale, Chiesa e pozzo pubblico.
Nel 1393 venne esposto di individuare una nuova sede del Comune,
più vicina alle esigenze dei cittadini rispetto a quella lontana di via San Carlo, tale esigenza venne individuata come "
nuova casa del comune, sopra dove si fa il mercato posta sul Trebbo o Trivio in confine con la Compagnia di S. Maria, anche se edificato "di travi e legnami"". Ricostruito in Muratura nel 1489, il "Voltone di Piazza" rimase Sede del Governatore e Consiglieri fino al 1625, anno in cui venne trasferita nell'attuale residenza.
Già nel 1612 si era pensato all'edificazione di un nuovo "Palazzo municipale governativo", in quanto divenne opportuno eseguire molti lavori alla vecchia Casa della Comunità presso il Voltone, che giả minacciava ruina.
I lavori di "
restorazione" del fabbricato, "
con la minor spesa possibile" continuarono fino al 1619, quando in Consiglio si iniziò a prendere in esame come "
rimediare ai debiti per la costruzione del nuovo Palazzo Comunale". Il primo ottobre di quell'anno il Consiglio determino "
di far la fabbrica del Palazzo, conforme al progetto del Sig. Pietro Francesco Battistelli".
Il disegno di Battistelli (di Pieve, allievo del Guercino, decoratore, architetto e scenografo) non prevedeva "
di tirar suso la muraglia a dritto linea della casa di Lorenzo Cantelli", ma di "
farvi una piazza dinanzi et ritirarlo indietro". Cioè di non costruire il Palazzo in linea con gli altri edifici esistenti nella via pubblica di Mezzo, ma arretrandolo permetteva di creare una "Piazza Grande". La facciata della nuova residenza comunale delimiterà la futura costruzione della nuova Collegiata (1702-1710).
I lavori di edificazione del nuovo Palazzo Municipale iniziarono nel 1620 sotto il Consolato di Ovidio Monti e Alessandro Rizzoli. La fabbrica del Palazzo venne finanziata con varie Collette e con l'approvazione del Cardinale Legato di Ferrara di "
scudi 400 cavati dalla venditura del pane, e scudi 100 dell'entrata del sale". L'anno dopo lo stesso Cardinale autorizzò anche "
di poter impiegare nella fabbrica del Palazzo scudi 1256 dai verbali dell'Abbondanza, e scudi 882 dalla vendita del pane, e avanzi del sale".
Fu determinato (11 aprile 1623) anche "
di vendere tutto il legname dell'armamento del nuovo Palazzo comunale" al termine dei lavori. Si ritenne infine "
che la spesa che poteva andar per mettere in coperto il Palazzo si figura che possa essere di scudi 2668 in tutto e per tutti".
Il
1 aprile 1625 nella nuova Residenza Municipale
si riunì il Primo Consiglio Comunale sotto il Consolato del Capitano Francesco Maria Mastellari e di Vincenzo Vinciani, e presieduto dal Governatore provvisorio Antonio Fessi (i Governatori non erano eleggibili, ma inviati d'autorità degli Arcivescovi Legati).
Nel tempo il Palazzo Municipale venne più volte rimaneggiato, come appare anche in uno schizzo del 1723 che proponeva in alto l'artistica torretta centrale dotato di campana. E più tardi ancora con l'adiacente Caserma degli Sbirri.
Antonio Scagliarini