Gli ultimi testimoni dell'Olocausto stanno scomparendo. Chi tramanderà la memoria di quanto accaduto nei campi di sterminio quando le loro voci si saranno spente? Come elaborare, restituire, dare vita ad archivi e testimonianze?
A partire dalla riapertura di una valigia contenente 33 audiocassette, veri e propri reperti, con le registrazioni delle interviste ad oltre cinquanta deportati politici sopravvissuti al campo di concentramento, Associazione Liberty ha ideato e prodotto il progetto Voci dalla Storia.Un percorso - sostenuto da Città Metropolitana di Bologna, Parco della Memoria Casone del Partigiano A. Saccenti (Unione Reno Galliera e Comuni di Baricella, Granarolo dell'Emilia, Malalbergo, Minerbio), con il contributo della Regione Emilia Romagna - che si articola tra laboratori, incontri e spettacoli con l'obiettivo di dare voce e corpo ad un racconto individuale e collettivo, oggi più che mai attuale e necessario, aprendo al contempo un dialogo sui temi della scomparsa dei testimoni diretti e della valorizzazione degli archivi.
L'origine del progetto risale al 2019, quando l'Unione Reno Galliera organizza una mostra dedicata ad Athos Minarelli, partigiano e deportato politico. Il figlio Aurelio ritrova in quella occasione una lettera. Caro amico, Le scrivo per ringraziarLa vivamente della sua collaborazione alla mia ricerca, comunicandoLe che la mia laurea si è svolta il 4 dicembre ed ha ottenuto il massimo dei voti: 110 e lode. Questo risultato è soprattutto dovuto al suo importante aiuto e alla sua preziosa testimonianza che ha permesso che non andasse perduto il ricordo della sofferenza e del dolore vissuto nei campi di concentramento.
Inizia così la missiva che la giovane psicologa Fiorella Claudia Rodella il 10 dicembre 1996 spedisce ad un gruppo di prigionieri politici deportati nei campi di concentramento di Dachau, Mathausen, Auschwitz, Buchenwald. La studentessa li ha intervistati per scrivere la sua tesi di laurea sugli effetti psicologici dell'esperienza della deportazione. Il ritrovamento della lettera conduce alla riapertura di una valigia rimasta chiusa e custodita in un armadio per venticinque anni. Al suo interno, le audiocassette contenenti le registrazioni di quelle interviste, frammenti di un passato raccontato dalle voci di chi era sopravvissuto all'Olocausto. Quasi dei fantasmi dell'oblio del negazionismo, della diffidenza o addirittura indifferenza.
Un materiale prezioso e potente non solo per il suo valore documentale, ma anche per gli interrogativi che ci pone. A partire da questo principio di ricostruzione e protezione, Liberty ha scritto le tappe di un articolato percorso in dialogo con le voci della storia, coinvolgendo artisti, enti e associazioni, oltre all'autrice della tesi e delle interviste - la dottoressa Fiorella Claudia Rodella - oggi psicologa e psicoterapeuta.
A volte la storia affiora in modi inaspettati che dobbiamo saper cogliere, proteggere, valorizzare – commenta Elena di Gioia, delegata alla Cultura del Comune di Bologna e Città Metropolitana. È questo il caso della valigia di voci di deportate e deportati politici, rimasta nella penombra dell'attesa per circa venticinque anni: una collana di testimonianze preziose sulla deportazione politica nei campi di sterminio. La voce dei testimoni in presa diretta nei racconti, difficili, oscuri, dove l'umanità ha aperto voragini e abissi, ci consegna oggi una responsabilità profonda, ovvero di tenerle vicine quelle voci, di ricomporre l'orrore e la dignità allo stesso tempo, di chi ha convissuto anche dopo la deportazione, al rientro, con un quotidiano lacerante. Recuperare storie e biografie personali dai campi di deportazione stratifica e aumenta lo spessore della Storia grazie all'impegno di una studentessa di allora, Fiorella Rodella, che si è messa in cammino e in dialogo proprio con queste voci che oggi possiamo ritrovare anche grazie alla elaborazione di artisti e artiste della scena contemporanea, della Stagione Agorà, con il contributo di Città Metropolitana, e dei soggetti coinvolti che ringrazio. Un documento storico importantissimo da condividere anche con i più giovani e questa valigia con ciò che contiene, diventa oggi, e ancora, compagna della memoria.
La prima restituzione pubblica in forma teatrale di questo lungo percorso avverrà sabato 9 dicembre alle ore 21.00 al Teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento (in replica sabato 20 gennaio 2024 alle ore 21 al Teatro Biagi D'Antona di Castel Maggiore) con lo spettacolo Volevo Risarcirvi di Menoventi, una drammaturgia di Gianni Farina con Donatella Allegro e Rosella Dassu, curatrici di un laboratorio realizzato a giugno 2023 con alcuni ragazzi del centro estivo di Castel Maggiore, durante il quale i partecipanti hanno lavorato sul tema della deportazione, sulla parola, sul movimento e sul concetto di paura a partire da alcune frasi estrapolate dalle registrazioni. Il laboratorio, così come l'intero lavoro preparatorio (incontri, momenti di riflessione e tavole rotonde), è stato realizzato nell'ambito del progetto PON Metro 2024 – 2020, con l'obiettivo di sensibilizzare i giovani sul tema della memoria e raccogliere spunti e suggestioni per la valorizzazione del prezioso materiale.
La seconda tappa performativa del progetto prenderà forma in questi mesi per poi proseguire nel corso del 2024: il 29 dicembre 2023, alle ore 21, alla Biblioteca di Granarolo dell'Emilia andrà in scena il solo KZ (contrazione di Konzentrationslager, campo di concentramento/sterminio), primo studio dell'elaborazione artistica del materiale ritrovato a cura di Paola Bianchi, coreografa e danzatrice che dalla fine degli anni Ottanta conduce una personale ricerca intorno al corpo con l'ausilio del video e dell'eterodirezione, una “voce-guida” che suggerisce al performer i movimenti da compiere in scena.
Agli spettacoli si affiancano momenti di incontro rivolti alla cittadinanza durante i quali verrà affrontato, insieme agli artisti e alle diverse realtà coinvolte nel progetto, il tema della scomparsa dei testimoni diretti e della valorizzazione delle testimonianze, per interrogarsi su cosa significhi costruire memoria oggi, con particolare riguardo alle nuove generazioni.
Il primo incontro si terrà martedì 19 dicembre, alle ore 18.30, presso la Sala del Consiglio comunale di San Giorgio di Piano. Parteciperanno Belinda Gottardi (Sindaca di Castel Maggiore e delegata alla Cultura dell'Unione Reno Galliera), Elena Di Gioia (Delegata alla Cultura di Bologna e Città Metropolitana), Agnese Portincasa (Direttrice Istituto Parri), Fabrizio Tosi (vicepresidente ANED Bologna e consigliere nazionale ANED), Gianni Farina (regista teatrale di Menoventi), Paola Bianchi (coreografa e danzatrice), Fondazione Gramsci (ospite da definire).
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